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FILA E BAMBINI

https://youtu.be/NzrJevztJ60https://youtu.be/ZDOcI672Ol8

Tano & Anita

Non c’è niente di più bello per un proprietario di Fila Brasileiro del poter condividere la sua passione con la propria famiglia anche dopo un avvenimento importante per la vita di un uomo come può essere la nascita di un figlio, e nel mio caso di Anita. Fin dai primi mesi in cui Patrizia (mia moglie) era in attesa, si è rivelata in modo evidente la percezione di Tano (il fila di casa) al fatto che qualcosa in lei stava cambiando. Piccoli gesti ma molto significativi. Chi lo conosce sa bene come il fila abbia la caratteristica, sicuramente più marcata rispetto ad altre razze, di avere un rapporto strettissimo con la famiglia e lo manifesta spesso con un “abbraccio” allungandosi con le zampe anteriori, a turno, sulle spalle dei proprietari in cerca di affetto. Questo modo di fare, che con mia moglie era abituale, è stato accantonato pian piano da Tano per tutti i mesi di gravidanza approcciandosi sempre più con lei in modo garbato e attento, in maniera naturale e senza che nessuno gli avesse insegnato nulla. Anche al guinzaglio con lei si dimostrava molto meno irruento del solito senza però perdere il suo temperamento vigile e diffidente nel caso in cui qualche estraneo si fosse avvicinato più del dovuto (nel qual caso ero sempre presente e pronto ad intervenire). Un’altra cosa ancora da notare durante la gravidanza, e dimostrando in questo una sensibilità non comune, è stata l’assiduità con cui durante tutto l’arco della giornata Tano appoggiava la testa sul “pancione” di Patrizia quasi a percepirne i movimenti e, tra uno sguardo e una linguata, sembrava volerci dire di stare tranquilli e che per lui era tutto a posto. Poi la nascita di Anita, e insieme a Patrizia abbiamo cercato di prendere le opportune iniziative e precauzioni di una tale nuova situazione, quelle che normalmente si prendono quando arriva un neonato e che penso valgano per qualsiasi razza, portando per esempio pannolini e indumenti della piccola al cane in modo da rendergli familiari i nuovi odori in attesa del suo arrivo a casa. Finalmente è arrivato il giorno in cui la famiglia si è riunita sotto lo stesso tetto e c’è stato “l’incontro”. Ci siamo comportati come ad ogni rientro e Tano ci ha accolto festosamente prendendosi la altrettanta solita abbondante razione di coccole: ha poi scrutato e annusato tutto ciò che avevamo in mano, la bambina soprattutto. Si percepiva il suo interesse e la curiosità per qualcosa che già sapeva riguardarlo…..qualche guaito ed e tornato sulla sua brandina seguendo attentamente ciò che succedeva intorno a lui. Nei giorni a seguire non abbiamo forzato le cose e abbiamo lasciato che fosse lui stesso a cercare la bambina, sempre e comunque sotto la nostra attenzione. Nello stesso tempo i ritmi di casa e le normali attenzioni nei suoi confronti non sono cambiati proprio per rendere “normale” la pur nuova situazione. In pochissimo tempo è nato un “idillio” tra i due e Tano si è fatto apprezzare, se possibile, ancor di più proprio per rispettare quelle caratteristiche descritte nello standard e che parlano di un fila “docile con il suo padrone e la sua famiglia ed estremamente tollerante verso i bambini”. Come dicevo, in pochissimo tempo il cane ha preso sotto la sua ala protettrice la piccola al punto che spesso dormiva seduto, con la testa abbandonata sulla parte anteriore della carrozzina, ai piedi della bambina. Verso i tre mesi poi, messa nel seggiolone, lei stessa cercava coi gesti di attirarlo vicino e si doveva stare sempre attenti a che non la riempisse di saliva per le continue leccate. Poi man mano anche il contatto fisico fila-bambina si e naturalizzato e ormai che Anita ha 1 anno e incomincia a interagire in maniera curiosa e prensile con tutto ciò che la circonda, si permette ogni libertà nei confronti del povero Tano che non si scompone per nulla e la sua pazienza è infinita. Già da ora comunque io e Patrizia cerchiamo di dedicargli tutta l’attenzione necessaria per insegnargli fin da subito a non fare certe cose ( come si sa, coda e orecchie per i bambini sono come l’ape con il miele e credo sia compito dei più grandi dire al bambino dove sta sbagliando, già dai primi mesi). In proposito ho comunque avuto modo di notare che quando Tano non ne ha più voglia si “defila” e cambia stanza e se vediamo che la bambina insiste rincorrendolo gattoni si interviene e si impone la separazione nel rispetto soprattutto del cane.




Questa imposizione di separazione viene attuata ora anche al momento dei pasti. La mia esperienza con il fila si è arricchita ultimamente con l’arrivo in casa di una femmina adulta, Nina, che ho deciso insieme a Patrizia di prendere in affidamento, e debbo rilevare che pur con le dovute attenzioni e i normali tempi di adeguamento alla nuova famiglia non sto trovando differenze sostanziali rispetto al comportamento del maschio che è padrone di casa fin da cucciolo. Con lei c’è stato un approccio diverso, credo comprensibile dato il fatto di essere cresciuta altrove, e per il momento non vive ancora in casa con noi (ma nel box in giardino). La strada scelta per farle accettare Anita è stata quella di cercare di associare ogni avvenimento positivo, a partire dal pasto, la passeggiata quotidiana o le frequenti razioni di coccole, con la presenza della bambina in braccio a me o a Patrizia e mi sono accorto di quanto il metodo abbia funzionato con un successo veloce e superiore ad ogni aspettativa. Purtroppo quando si parla di Fila Brasileiro e del suo carattere, la prima cosa (e troppe volte per qualcuno l’unica) che viene in mente è il forte temperamento e la diffidenza verso gli estranei. Secondo me queste sono doti tipiche della razza che ne fanno un grande guardiano, forse il migliore, le apprezzo e dovrebbero essere presenti. Ma vorrei sottolineare, come spero di aver dimostrato in quel che ho scritto sopra, che il carattere del fila è un insieme di doti e risorse che vanno ben oltre l’impatto iniziale. L’amore e il rispetto nei confronti dei suoi cari, uniti ad una sensibilità fuori dal comune ne fanno un cane unico. Voglio concludere con una riflessione che è il frutto delle mie esperienze con il fila e che ho accertato funzioni: IL FILA PER AMARE DEVE ESSERE AMATO, solo se si parte da questo presupposto si potrà ottenere il massimo dal proprio fila.

Piero Lagonigro